Ieri ho ricordato di aver scoperto da solo la serie di Fibonacci, da bambino, così, giocando (cosa succede se sommo questo con quello che viene prima e vado avanti finché non mi annoio?), un gioco ingenuamente inutile, puro divertimento fine a se stesso… non pensavo fosse una cosa degna di nota. Lo ho ricordato guardando una puntata di una serie TV, il protagonista - piccolo genietto matematico con poteri "paranormali" - scopre autonomamente la successione di Fibonacci… è affetto da sindrome di Asperger, mica è una bella cosa, eh!
A 4 anni sapevo leggere abbastanza bene, sapevo anche risolvere operazioni matematiche semplici, avevo imparato spiando Aldo, mio fratello, due anni più grande di me… ero sempre alle sue spalle ("Mammaaa!! Vincenzomidisturbamentrefaccioicompitiii!").
Alla prima elementare mi annoiavo mortalmente. La vasca da bagno intanto veniva consumata dal cloruro ferrico, la scrivania bruciata dalle gocce di stagno, giocattoli elettronici sventrati in giro ("Perché lo hai rotto!?").
Nel frattempo la musica si introduce nella mia vita, perché in realtà io non glielo ho mica mai chiesto…
Poi le scuole medie, grandi risultati in aritmetica, la maestra di musica invece è noiosa! Pazienza, farò da solo…
Poi la scelta di iscrivermi in un Liceo Scientifico, finalmente si fa sul serio! Che disdetta! Rimandato tre volte in matematica e in fisica… ma cosa c'è che non va? Perché non capisco? Poi la verità viene a galla: ottimi risultati agli esami di recupero, studiando da solo durante l'estate… vuoi vedere che il problema non sono io ma il metodo degli insegnanti? Impara la formula (a memoria)! Esegui in 30 minuti! Alla fine cosa hai capito? Nel frattempo ti rimando, sei svogliato! Signora, suo figlio è portato per le materie umanistiche… Signora, ha pensato di iscrivere suo figlio al Liceo Classico? Signora, la musica è la passione di suo figlio (si, proprio quella che ho imparato da solo), lo faccia studiare al DAMS o al Conservatorio… Scorza, sei presuntuoso! Ma io sono a mio agio con i numeri. Sono concreti, li vedo, niente di più solido.
Oggi, 35 anni, ripercorro le scelte sbagliate che altri hanno fatto per me (o insieme a me), o che io ho fatto per quel sentimento di inadeguatezza che ci instillano dentro in età scolastica. Te lo porti dietro a vita quel maledetto virus, come l'herpes.
Ho sempre deviato dal percorso prestabilito ("Fate rizoma e non radice"), laureato in DAMS Musica, mi occupo di musica elettronica in ambito digitale... rieccoli, i numeri (digitale = numerico, dall'inglese digit = cifra, numero, dal latino digitum = dito, primo strumento di calcolo della storia). Rispunta pure il cloruro ferrico, insieme ai fili di stagno e ai giocattoli sventrati.
A volte mi cimento dello studio di testi matematici, da solo, cercando di capire, di comprenderli, nonostante mi manchino basi solide (grazie, Liceo, per questa eredità). I numeri, le scienze, mi lasciano addosso una sensazione di gradevolezza, che mi regala solo la buona musica.
A volte vorrei tornare indietro e percorrere altre strade, quella creativa la avrei percorsa comunque… che poi a ben vedere i numeri sono creativi almeno quanto l'arte.
Poi rileggo e mi dico "si, ok, ma cosa ho scritto?"… davvero non lo so, ho solo lasciato correre i pensieri, tra la ricerca di un lavoro ridicolo e la svendita di creatività… Tra un annuncio di lavoro e l'altro cerco di comprendere il paradosso di Banach-Tarski, che ho aperto su un'altra scheda del browser (consapevole che forse non ci riuscirò mai)... e mi chiedo se un giorno sarò in grado di sdoppiarmi per poter non scegliere al bivio.