La residenza ha prodotto il brano "Respiro", una composizione acusmatica multicanale.
NOTA SULLA COMPOSIZIONE
Una meditazione sul silenzio.
Non come privazione o come negazione, bensì come opportunità di un assiduo ricercare, luogo testimone del possibile, porta d’ingresso di una più profonda coscienza di sé e dell’ambiente circostante.
Un silenzio abitato da mille pensieri, sacca amniotica del Sé.
Una massa abnorme di informazioni ci sommerge quotidianamente, ci rende spettatori passivi della nostra esistenza, nuclei immobili bombardati da una quantità di rumore di fondo tale da ridurre drasticamente le nostre possibilità di esplorazione di noi stessi e dello spazio nel quale viviamo.
Abbiamo infine smesso di chiederci perché siamo qui, abbandonandoci alla deriva, senza forze sufficienti per tornare a pensare.
E dunque, qual è la via attraverso la quale si può tornare a vivere? Bisogna diventare la deriva, essere proprio quella deriva.
Sono stato Deriva. Ho trovato il mio luogo d’origine. Una radice: il mare, l’elemento terracqueo, una lenta vibrazione brulicante di microscopiche esplosioni e di vibrazioni complementari, che esiste al netto della presenza umana o animale.
L’elemento terracqueo risveglia finalmente un flusso di pensiero ancora indefinito. Quanti di pensiero si accumulano senza cristallizzarsi, cercano una forma, finché non si palesa una verità - una delle possibili -, quella della quiescenza.
Non ci importa più nulla della forma! Galleggiare su quei quanti di pensiero, fluttuare, affondare e riemergere, restare sospesi, lasciarsi trasportare dalla corrente, in dubbio perfino se respirare o smettere di respirare.
Per ora è questo ciò che importa.
Essere La Deriva. Sprofondare, lasciarsi schiacciare dalla gravità, fino ad esplodere e diventare quanti di quel silenzio tanto desiderato. Vivere e morire incessantemente nell’arco di un respiro, senza catarsi.
Ecco, Ora Sono La Deriva. Porto tutto via con me.
Mentre l’elemento terracqueo è ciò che resta. Sempre.